Panasonic GH5s: guida completa alla nuova gigantessa del video

La Panasonic GH5s è finalmente uscita, e ora le informazioni su questa camera invaderanno le vostre bacheche di Facebook, i vostri feed delle notizie, i discorsi dei vostri amici video maker. Noi vi vogliamo evitare tutto il logorio della ricerca di informazioni a spizzichi e bocconi, e per questo vi proponiamo la guida più completa sulla GH5s. Mettetevi comodi!

Ecco qui la Panasonic GH5s in tutto il suo splendore

Panasonic GH5s: caratteristiche tecniche

Cominciamo a parlare delle caratteristiche tecniche della GH5s elencandole. Poco sotto troverete invece la descrizione più dettagliata degli aspetti salienti di questa camera, e del modo in cui cambiano le cose rispetto alla GH5 per chi fa video.

Ecco un elenco ragionato:

  • Sensore da 10,2 megapixel CMOS, con multi-aspect ratio
    Diminuiscono i pixel per poter lavorare meglio ad alti ISO, e c’è la possibilità di variare i rapporti tra i lati dell’immagine (vedere sotto per spiegazioni)
  • 4K Cinema a 60p
    Come nel caso della GH5 c’è la possibilità di registrare in 4K a 50 o 60 frame al secondo. La dicitura Cinema sta ad indicare un 4K con dimensioni 4096×2160 (possibilità già presente con la GH5)
  • 4K 4:2:2 All-Intra a 400Mbps
    Un ottimo bitrate
  • Slow motion a 240fps a 1080p
    Altra novità rispetto alla GH5, che permette slow motion fino a 180 frame al secondo
  • Modalità anamorfica 4:3
    Caratteristica già presente nella GH5
  • Dual Native ISO, 400/2500 ISO
    Altro punto forte nel menu delle novità che permettono alti ISO puliti: lo spieghiamo sotto
  • V-Log preinstallato
    Ecco, una piccola cosa che farà piacere: non si dovrà più comprare il V-Log, cioè il profilo flat, a parte
  • Assenza di IBIS
    Questo invece spiacerà a molti: manca la stabilizzazione integrata sul sensore, e sotto proviamo a farcene una ragione
  • Funzionalità Timecode
    Per sincronizzare le riprese tra più camere

Le altre funzioni sono più o meno uguali a quelle già presenti sulla GH5.
Ci sono delle differenze notevoli, e le vediamo in maggior dettaglio qui sotto.

 

Panasonic GH5s VS GH5: le differenze

Nei giorni precedenti l’uscita della GH5s in molti si sono lamentati del fatto che la GH5 fosse uscita da troppo poco: avevano paura che – ad un prezzo paragonabile – la GH5s le fosse troppo superiore. Ma è davvero così?

Analizziamo punto per punto le differenze più importanti tra GH5s e GH5, per capire se siamo davvero di fronte a due camere non paragonabili l’una all’altra, oppure se sia solo una questione di scelte.

Buona notizia: il paragone nelle dimensioni tra GH5 e GH5s ci tranquillizza. Non dovremo cambiare tutti gli accessori

Stabilizzatore o no

Questo è il primo aspetto che salta all’occhio quando si scorrono le specifiche tecniche. Non c’è molto da fare: sarà questo il “peccato originale” che gli utenti rimprovereranno alla Panasonic GH5s, e forse non c’è da dar loro torto.

Lo stabilizzatore integrato su camere come la GH5, ma anche sulla super economica GX80, è davvero una manna dal cielo in tutte quelle situazioni in cui non si può o non si vuole usare un cavalletto o un gimbal. Panasonic è riuscita a proporsi come leader anche grazie a questo aspetto delle sue camere, e non averlo a disposizione sulla GH5s è un peccato. Anche perché quest’ultima è una macchina che dovrebbe lasciare molta libertà creativa grazie alla sua ottima capacità di gestire bene le alte luci.

In molti si stanno facendo una domanda lacerante: perché la GH5s non ha lo stabilizzatore??? Sentiamo i lamenti fino a qui.

La risposta ce la potrebbero dare gli ingegneri di Panasonic, ma probabilmente tapperebbe loro la bocca il reparto marketing, che interverrebbe subito per dire che non è una mancanza, ma una feature (Steve Jobs docet).

Noi possiamo farci solo un paio di idee:

  • Lo stabilizzatore non ci sta. Il sensore della GH5s permette di scegliere tra diversi rapporti d’aspetto – una cosa già possibile sulla LX100, e molto interessante – e per fare questo bisogna avere a disposizione un sensore più grande che permetta di coprire i vari ritagli da applicare sul sensore (vedere immagine sotto). Avendo un sensore più grande lo stabilizzatore non ci sta. Ragionevole, ma non del tutto

  • Lo stabilizzatore richiede troppa potenza di calcolo. Comprensibilmente, per ottenere prestazioni migliori in termini di alte sensibilità- e ricordiamoci della tecnologia Dual ISO, di cui parliamo sotto –  il motore di calcolo della macchina deve fare gli straordinari. E quindi avere a che fare con calcoli in più, quelli necessari per spostare il sensore in risposta ai movimenti dell’operatore, sarebbe un carico non sopportabile facilmente a meno di surriscaldamento o di usare un processore molto più costoso.
    Già questa ipotesi ci sembra più percorribile

I dietrologi invece potranno dare un’altra interpretazione al tutto. Panasonic non ha messo lo stabilizzatore sulla GH5s perché sennò poi quelli che hanno la GH5 non si fideranno più, o ancora peggio per lasciarci in un’eterna insoddisfazione che ci spingerà a guardare al prossimo prodotto con una punta di amaro in bocca.
Intendiamoci: non sarebbe la prima volta che un’azienda fa una cosa del genere, ma noi non crediamo a questa ipotesi.

Probabilmente il motivo per cui la GH5s non ha l’IBIS è qualcosa a metà tra le due ragioni reali che abbiamo proposto. Insomma: è tutta una questione di tecnologie disponibili, e non ci si può fare molto a meno di scucire dei soldi in più. In fin dei conti esistono camere che fanno più o meno quello che vogliamo, cioè il meglio del meglio, ma bisogna aprire il portafoglio e poi andare anche a vedere nel salvadanaio e pure sotto quella mattonella dove nascondiamo i soldi per i giorni difficili.

Dual Native ISO: il segreto della visione notturna?

Uno dei motivi per cui la Panasonic GH5s è così efficace nella ripresa ad alti ISO (oltre al fatto che ha una densità di pixel ridotta) sta nell’uso di una tecnologia chiamata Dual Native ISO. Una tecnologia già presente su videocamere professionali come la EVA1 o la Varicam, sempre di Panasonic. È una prima volta per una mirrorless, ed è notevole.

Funziona così: in pratica ogni sensore ha un parametro di ISO nativi, ovvero una sensibilità ISO a cui il rapporto tra segnale e rumore è il migliore possibile.
Macchine con il dual native ISO invece hanno un sensore con due sensibilità in cui questo rapporto è ottimale.

Nel caso della GH5s le due sensibilità ISO sono 400 e 2500, e in sostanza succede che in un certo range di ISO si usa la circuiteria dei 400 ISO nativi, mentre su range di ISO più alti si sfruttano i 2500 ISO nativi.

Tanto per capirci, ecco una rappresentazione grafica di come funziona la cosa (da qui):

Al cambiare delle sensibilità si verifica uno spostamento su altra circuiteria

Quale va meglio per le foto?

Se oltre al video siete interessati anche alle foto, potreste pensare che la GH5s sia poco indicata per voi.
In parte è così, perché sicuramente la GH5 con il suo sensore più denso vi permette maggiori ingrandimenti e più dettaglio in condizioni di illuminazione specifica (parliamo di fotografia).

C’è da dire anche che la GH5 ha una miglior reattività dell’AF, almeno sulla carta, ma che la GH5s la batte nella capacità di agganciare i soggetti con l’autofocus al buio: dai -4EV della GH5 si passa ai -5.

Inoltre la GH5s produce file RAW a 14bit, e come sappiamo maggior numero di bit significa maggior gamma dinamica. È un peccato che questo valore non sia possibile con la GH5, che in fin dei conti ci sembra una macchina più orientata alla fotografia rispetto a questa nuova uscita.

La modalità 6K

Se possedete la GH5 fate un pugnetto al cielo: grazie al sensore più denso, la GH5 può sfruttare la possibilità di registrare video in anamorfico a 6K, e di fare screengrabbing (cioè catturare dei frame di riprese) a 30p, per ottenere dei JPEG da 18 megapixel. Beccati questa, GH5s!

La GH5s come B-camera per la GH5

Molti tra i professionisti che pure usano con soddisfazione il formato m43 si sono lamentati del rumore non ben contenuto ad alti ISO delle macchine Panasonic. La GH5 ha fatto un passo in avanti sostanzioso da questo punto di vista, ma c’era chi non era ancora soddisfatto.

E girava in rete l’opinione che Sony a7s II, con le sue capacità di resa agli alti ISO, fosse la macchina perfetta per complementare la GH5 in quelle situazioni in cui non si può piazzare una luce e il buio la fa da padrone.

Che la GH5s possa sostituire la Sony in questo compito? Ovvero: la GH5 per le riprese ragionate, e la GH5s per il cosiddetto run&gun? Beh, forse sì – sta ad ognuno quale sarebbe la B-camera di chi – o forse no (ricordatevi lo stabilizzatore!) ma per capirlo meglio vediamoci qualche video di esempio tra quelli che già circolano in rete.

Panasonic GH5s: video di esempio

Alcuni nomi noti dell’informazione sul video hanno avuto la GH5s in anteprima, e hanno potuto provarla e produrci qualcosa. Chissà che anche a noi un giorno capitino onori (e oneri) del genere…

Cominciamo subito da un bel paragone tra la GH5s e la Sony a7s II, per rimanere in tema di quel che dicevamo sopra.
DPReview ha testato le due macchine fianco a fianco, con particolare attenzione agli alti ISO.

Fate attenzione alle impostazioni: in alcuni casi hanno usato gli stessi ISO e le stesse impostazioni generali, in altri invece hanno deciso di impostare il diaframma per simulare la stessa profondità di campo (con un abbassamento di due stop sulla A7s II, sostanzialmente, e conseguenti ISO).


Un altro confronto basato principalmente sugli alti ISO – d’altronde è questo il settore su cui la GH5s dovrebbe essere particolarmente prestante – è quello proposto da ProAV. Molto interessante perché mette a confronto ancora una volta la a7S II con la GH5s, ma nel mix ci sono anche Panasonic EVA1 (videocamera cinema di Panasonic uscita di recente) e la GH5.

Questo potrebbe essere il video che infastidirà di più i possessori di GH5 (ehi, ma ricordatevi lo stabilizzatore!) perché la differenza nella resa ad alti ISO è piuttosto evidente in questo confronto.
Ci piace questo test perché l’illuminazione è ben realizzata; considerate bene la presenza di un profilo flat incluso nel paragone.


Andiamo verso l’uso reale, con quest’altro filmato che mostra diverse scene in diverse condizioni.

In tutti i casi ci colpisce la tenuta alle luci (segno che la gamma dinamica c’è) e il fatto che anche in condizioni di scarsa illuminazione le cose vanno bene. Naturalmente, come suggerito, è meglio vedere queste immagini con un monitor ad alta risoluzione, per capire meglio le differenze.


Concludiamo per ora questa carrellata (in attesa di radunare, probabilmente in un altro post, le recensioni della GH5s scovate in rete) con un corto girato da Neumann Films. Sì, proprio quelli che sono stati scovati in giro con la GH5s, quando era tutto rumors e pettegolezzi.

In questo video c’è un tocco anni ’80, alla Stranger Things, e probabilmente si sarebbe potuto lavorare anche con la GH5 o con altre macchine usando un’illuminazione ben fatta (guardate che attrezzatura hanno usato, però). Ma non importa, è anche questo un modo per capire cosa può fare la GH5s in buone mani.

In attesa di provarla pure noi, questo è quello che ci basta per capire che questa nuova nata di Panasonic può essere una buona aggiunta al nostro corredo. Impressionante per certi versi, un po’ deludente per altri (ricordate lo stabilizzatore!).

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